Non sono un peso by Francesca Mittoni

Non sono un peso by Francesca Mittoni

autore:Francesca Mittoni [Mittoni, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2022-10-06T12:00:00+00:00


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La trappola dell’alimento “più sano”

La diet industry ci inganna in molti modi. Innanzitutto spesso capita che un prodotto con un’etichetta con uno slogan che lo fa apparire più “salutare” sia pressoché identico a un prodotto qualunque che si trova sullo scaffale dei supermercati.

In secondo luogo, bisogna capire che non necessariamente un prodotto è migliore se è proteico, per esempio. Dal momento che nel corso degli anni, a seconda di quale dieta andava più di moda, la colpa dell’aumento di peso è stata data alternativamente ai carboidrati o ai grassi, è rimasta in noi l’idea che le proteine siano il macronutriente «buono». Se però andiamo a vedere come dovrebbero essere ripartiti i macronutrienti all’interno della nostra alimentazione (anche semplicemente consultando le linee guida per una sana alimentazione fornite dal CREA), scopriamo che le proteine non sono la fonte da cui dovremmo assumere la maggior parte delle energie, anzi.

Perché quindi questa santificazione dei cibi proteici?

Perché in qualche modo è stata trasmessa l’idea che questi favoriscano la perdita di peso: da qui la corsa all’acquisto. Badate: non c’è nulla di male nell’acquistare un prodotto proteico (così come ogni altro prodotto), ciò che è importante è capire che non è necessariamente migliore solo per quella dicitura sull’etichetta.

Inoltre, bisogna valutare un altro aspetto importante. Se desideriamo un certo prodotto e lo sostituiamo con qualcosa di diverso, perché riteniamo che sia più salutare, non sempre otteniamo l’effetto che ci aspettavamo.

Se, per esempio, ho voglia di mangiare un biscotto al cioccolato, ma mi impongo invece di scegliere una barretta con la crusca, probabilmente la voglia di biscotto resterà. Mi succedeva sempre, quando mi imponevo di seguire un’alimentazione rigorosa. Volevo un biscotto, mi dicevo che non era sano e che potevo invece fare merenda con una carota. La carota però mi lasciava insoddisfatta, allora mangiavo anche uno yogurt. La voglia di biscotto però non mi era passata, era rimasta lì e, anzi, mi sembrava aumentata. Quando finalmente mi concedevo di mangiare un biscotto, non ne volevo solo uno, ma tutto il pacchetto.

So che chi proviene da anni di diete capirà alla perfezione ciò di cui parlo. Probabilmente però avrà maggiore difficoltà a comprendere che è effettivamente possibile cambiare mentalità: volere un biscotto, mangiare un biscotto e proseguire con la propria vita, senza alcun senso di colpa e senza avere voglia di finire il pacchetto.

Quando non mangiavo abbastanza, pensavo di essere dipendente dai dolci: erano il mio pensiero fisso. Ora ho capito che, probabilmente, avevo solo fame.

A proposito dei dolci, ricordo un momento particolare, che risale a quando gli episodi di abbuffate erano già terminati da diversi mesi e i disturbi alimentari mi sembravano far parte del passato: avevo trovato online una challenge. La sfida prevedeva di non mangiare alimenti con zuccheri aggiunti per una settimana. Mi sembrava una cosa ragionevole: siamo tutti d’accordo che gli zuccheri siano da limitare, quindi eliminare gli alimenti con zuccheri aggiunti per una settimana non aveva l’aria di una sfida potenzialmente nociva, anzi.

La settimana era passata senza intoppi: certo, mi era un po’



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